Il vaccino per il tifo (febbre tifoide)

Grazie al vaccino per il tifo addominale (o febbre tifoide) si raggiunge una copertura dalla malattia pari al 65% per tre anni. Attraverso le basilari norme igieniche, poi, è possibile scongiurare il pericolo di contrarre la febbre tifoide.
di occasionivacanze 29 gennaio 2008

 

Diffusione febbre tifoide 

Diffusione febbre tifoide


La febbre tifoide, detta anche tifo addominale, è una grave malattia tropicale provocata da un batterio, la Salmonella typhi, appartenente al genere Salmonella di cui fanno parte anche le Salmonelle paratyphi A e B. Nella medicina anglosassone sono chiamate anche febbri enteriche. La febbre tifoide è una malattia batterica sistemica a trasmissione fecale-orale, può quindi essere contratta dopo aver ingerito acqua o alimenti contaminati dalle feci di persone infette. In altre parole, i batteri vengono espulsi con le feci da un uomo malato di tifo, queste feci contaminano l’ambiente, l’acqua, gli alimenti e contagiano nuove persone che vengono a contatto con gli elementi infettati da materiali fecali contenenti Salmonella. Le Salmonelle sono molto resistenti, soprattutto quando sono contenute in materiali organici. Gli insetti, soprattutto le mosche, possono fare da vettori passivi dei germi patogeni.

Diffusione

E’ frequente nei paesi con uno scarso livello igienico, soprattutto in India. Ma anche in Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina

Incubazione

Il periodo di incubazione può variare da 3 giorni a 3 mesi a seconda della carica batterica presente nel materiale organico, ma solitamente è di 1-3 settimane

Sintomi

La febbre tifoide si manifesta gradualmente con febbre alta, cefalea, inappetenza, rallentamento delle pulsazioni, addominalgie, alvo alterno, tosse secca, disturbi gastrointestinali. La lingua diventa patinosa, arida e arrossata ai bordi. Sintomi caratteristici, anche se non molto presenti, sono il delirio, l’alterazione dello stato di coscienza, lo stato stuporoso e il coma. E’ sempre presente l’ingrossamento della milza. Il tifo è raro tra i viaggiatori, ma può essere anche mortale per chi lo contrae.

Prevenzione

Le elementari norme di igiene alimentare sono sufficienti a ridurre il rischio di infezione:

  • Bere soltanto acqua bollita o disinfettata con cloro o iodio oppure acqua in bottiglia;
  • Evitare assolutamente il ghiaccio;
  • Consumare solo cibi cotti;
  • Non consumare verdura e frutta non cotte;
  • Non consumare frutti di mare e pesce crudi;
  • Bollire il latte pastorizzato prima di berlo;
  • A livello collettivo l’adeguato smaltimento ed allontanamento dei rifiuti solidi e liquidi e la disponibilità di acqua controllata sono un ottimo deterrente per scongiurare il rischio di diffusione del tifo.

Vaccino per il tifo

Il vaccino per il tifo deve essere somministrato almeno 15-20 giorni prima della partenza. Esistono due tipi di vaccino per la febbre tifoide: quello per via orale, si conserva in frigo e raramente provoca effetti collaterali e per via intramuscolare. Quest’ultimo metodo è compatibile anche con trattamenti antibiotici e con la profilassi antimalarica. Il vaccino per il tifo, che ha un’efficacia intorno al 65% e dura 3 anni, è raccomandato a tutti coloro che si recano nelle aree endemico-epidemiche, per i soggetti maggiormente esposti a rischio per motivi di carattere professionale (tecnici di laboratorio, addetti allo smaltimento di rifiuti ecc) oppure nei casi di situazioni epidemiche.

Sullo stesso argomento potresti leggere:

I commenti sono chiusi.